I consigli psicologici del gatto: lezioni di equilibrio emotivo
Share
🐾 I consigli psicologici del gatto
Cosa possiamo imparare (seriamente!) dai nostri amici felini
C’è chi dice che i gatti non abbiano molto da insegnarci.
Eppure, a guardarli bene, sembrano maestri di equilibrio emotivo.
Sanno cosa vogliono, lo chiedono con eleganza… e quando l’hanno ottenuto, se lo godono senza colpa.
Non male, vero?
1️⃣ Chiedere ciò di cui abbiamo bisogno
Un gatto non resta in disparte a sperare che tu intuisca i suoi bisogni.
Quando desidera attenzioni, viene a chiederle: con una testatina, uno sguardo insistente, un miagolio preciso.
Non ha paura di disturbare. Non pensa: “Se mi ama davvero, lo capirà da solo.”
È assertivo e proattivo: riconosce i propri bisogni e agisce per soddisfarli.
In Analisi Transazionale (Berne, 1964), diremmo che vive nella posizione esistenziale “Io sono OK, tu sei OK”: si percepisce degno d’amore e vede l’altro come capace di offrirlo.
Un equilibrio prezioso, che molti di noi troppo spesso abbandonano, sostituendolo con la paura del rifiuto o il bisogno di compiacere.
2️⃣ Godersi ciò che si riceve
Quando un gatto ottiene le attenzioni che ha chiesto, non le svaluta.
Non pensa di aver perso valore per il fatto di averle domandate, né si tormenta con pensieri tipo “me le hanno date solo perché ho insistito”.
Le accoglie, punto.
In termini psicologici, questa è accettazione — uno dei pilastri della mindfulness e della psicologia positiva (Seligman, 2011).
Il gatto sa “stare nel presente” e gustarsi il momento.
Una piccola lezione per noi umani, spesso incapaci di goderci ciò che abbiamo ottenuto perché "preferiamo aver ragione, piuttosto che essere felici" (Berne, 1964).
3️⃣ L’autonomia dopo la connessione
E poi, dopo una dose di coccole, il gatto se ne va sereno.
Non perché sia distaccato, ma perché sa stare bene anche da solo.
Ha colmato il suo bisogno e torna ai suoi spazi, libero da sensi di colpa.
In AT, questo equilibrio si chiama autonomia dell’Adulto: la capacità di riconoscere i propri stati interni e scegliere consapevolmente come agire (Moiso & Novellino, 1982).
Nel linguaggio della psicologia positiva, potremmo parlare di self-regulation — l’arte di muoversi tra dipendenza e indipendenza senza perdersi.
🧘 Una lezione (felina) per noi
Dunque il gatto può insegnarci molto e solo osservandolo possiamo imparare a:
-chiedere con chiarezza,
-accogliere con gratitudine,
-lasciare andare con fiducia.
Sono atteggiamenti semplici, ma che richiedono consapevolezza e autostima — qualità che aiutano a costruire relazioni più sane e autentiche e che in terapia, si cerca di sviluppare.
Quindi, la prossima volta che il tuo gatto ti guarda e fa le fusa, chiediti:
quanto riesco, io, a essere gatto nella mia vita?
✍️ Mi chiamo Alessio Innocenti, sono psicologo a Lucca e offro anche percorsi online.
Se vuoi lavorare sull’autostima, l’assertività o l’equilibrio emotivo, possiamo parlarne insieme.
Si, amo i gatti!
Visita il mio sito: alessioinnocentipsicologo.it
📚 Fonti di riferimento
-
Berne, E. (1964). Games People Play: The Psychology of Human Relationships. Grove Press.
-
Moiso, C., & Novellino, M. (1982). L’analisi transazionale oggi. Astrolabio.
-
Seligman, M. E. P. (2011). Flourish: A Visionary New Understanding of Happiness and Well-being. Free Press.
- In foto: gatto Pio sopraffatto dai sensi di colpa (?!!!???!)