
Rientro dalle vacanze: come affrontarlo dal punto di vista psicologico
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Il rientro dalle vacanze è per molti un momento delicato. Dopo settimane di relax, ritmi lenti e spazi personali più ampi, tornare alla quotidianità può sembrare faticoso. Non è raro sperimentare una certa malinconia, irritabilità o addirittura ansia: si tratta di quello che in psicologia viene spesso definito “post-vacation blues”.
Ma perché succede?
Durante le vacanze il nostro cervello si abitua a un diverso equilibrio: sonno più regolare, più tempo libero, meno pressioni e, spesso, maggior contatto con le persone care. Tutto questo riduce il livello di stress percepito e favorisce la produzione di neurotrasmettitori legati al benessere (come serotonina e dopamina). Tornare improvvisamente ai ritmi lavorativi, invece, riattiva meccanismi opposti: aumento di cortisolo, tempi ridotti per sé, responsabilità che sembrano “piombare” tutte insieme.
Perché il rientro è così difficile?
La psicologia dello stress ci offre alcune chiavi di lettura:
- Contrasto tra aspettative e realtà: in vacanza costruiamo una rappresentazione di vita più libera e appagante, il rientro ci riporta invece a doveri e vincoli.
- Mancanza di spazi di recupero: spesso passiamo da giorni sereni a una ripresa frenetica, senza una fase di transizione.
- Abitudini spezzate: il riposo, l’attività fisica o semplicemente la possibilità di dedicarsi ad attività piacevoli vengono bruscamente interrotte.
Come affrontare meglio questo passaggio?
La buona notizia è che ci sono strategie efficaci:
1. Preparare una transizione: programmare i primi giorni lavorativi senza riempirli troppo, lasciando margini di respiro.
2. Mantenere piccole abitudini di benessere: portare nella routine quotidiana qualcosa di piacevole vissuto in vacanza (passeggiate, lettura, sport).
3. Coltivare la consapevolezza: pratiche come la mindfulness aiutano a rimanere presenti e ridurre la reattività allo stress.
4. Dare senso al cambiamento: il rientro non è solo perdita, ma anche occasione per ridefinire obiettivi e priorità.
Quando rivolgersi a uno psicologo?
Se il malessere legato al rientro non si limita a qualche giorno, ma diventa persistente, con sintomi come ansia, insonnia, demotivazione o difficoltà a concentrarsi, può essere utile parlarne con uno psicologo. Un percorso psicologico non serve solo a “curare” quando qualcosa non va, ma anche a prevenire lo stress cronico e a riscoprire risorse personali per affrontare la quotidianità in modo più sereno.
Mi chiamo Alessio Innocenti, sono uno psicologo con studio a Lucca.
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