
Il valore della rottura: perché senza riparazione non c'è crescita
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Nel mio lavoro presso il Consultorio familiare incontro molti giovani neo-padri, con i quali scambiamo impressioni, aspettative e inevitabili preoccupazioni legate al nuovo ruolo che si apprestano ad assumere. Uno dei pensieri più ricorrenti riguarda le aspettative sulla propria competenza: saper gestire il bambino al meglio, senza errori, senza momenti di assenza.
Nel nostro immaginario, le relazioni sane sono quelle fluide, armoniose, prive di conflitti.
Ma è davvero così?
Il lavoro dello psicologo Edward Tronick, noto soprattutto per l’esperimento della Still Face, ci racconta qualcosa di diverso — e molto più utile. Nella relazione, a partire da quella tra il bambino e il caregiver, le rotture emotive non solo sono inevitabili, ma addirittura necessarie. È proprio attraverso questi momenti di disconnessione, e le successive riparazioni, che il bambino impara a costruire fiducia, a regolarsi emotivamente e a riconoscere l’altro come diverso da sé.
Nel suo celebre modello del “Mismatch and Repair”, Tronick osserva che nella maggior parte delle interazioni quotidiane tra genitore e figlio (ma anche tra adulti), la sintonia emotiva non è continua: la connessione autentica occupa solo una parte del tempo. Il resto è fatto di piccoli fraintendimenti, disattenzioni, momenti di assenza.
Ma ciò che fa la differenza è la capacità di tornare in relazione. È nel movimento di riavvicinamento che si crea lo spazio per la crescita.
Perché la riparazione è così importante?
Costruisce fiducia
Quando un bambino sperimenta una rottura (per esempio, la madre è distratta o non risponde come previsto) e poi vive una riparazione (la madre si riaccorge di lui, torna in sintonia), impara che l’altro è affidabile, e che la relazione può reggere anche la distanza.
Sviluppa la resilienza
Piccoli stress emotivi, seguiti da una riconnessione, aiutano il bambino a sviluppare la capacità di tollerare l’attesa, la frustrazione e l’imprevisto. Così si costruiscono risorse interiori per affrontare le sfide della vita.
Favorisce l’autonomia
Il bambino inizia a comprendere che l’altro è separato da sé e che i propri bisogni non vengono soddisfatti automaticamente. Ma capisce anche che può agire sul mondo e “richiamare” l’altro a sé.
È un passo fondamentale verso la costruzione di un senso di sé competente.
E se non ci fosse mai una rottura?
E se, quindi, non ci fosse mai una riparazione?
Cosa accadrebbe?
Se per assurdo riuscissimo a stabilire e mantenere un rapporto "perfetto" con il bambino — presenti e responsivi a ogni sua esigenza in modo costante — non saremmo un genitore perfetto, tutt’altro.
Il bambino non farebbe esperienza di frustrazione, non potrebbe mettersi alla prova come agente attivo del cambiamento, e faticherebbe a costruire un sé forte, equilibrato, con una solida fiducia in se stesso.
Potrebbe restare invischiato in una dipendenza simbiotica dagli altri, rallentando lo sviluppo di competenze fondamentali.
Ma niente panico: Supergenitore, il genitore perfettamente responsivo non esiste, né esisterà mai.
Perciò quello che possiamo fare è accogliere con serenità i momenti di rottura e impegnarci per riconnetterci con il bambino, validando le sue emozioni e rassicurandolo.
Un messaggio anche per gli adulti
Questa dinamica, che osserviamo fin dai primi mesi di vita, non si esaurisce nell’infanzia.
Nelle relazioni adulte, nel lavoro, nella coppia... accade lo stesso: la connessione non è mai costante.
Ma ogni rottura può diventare un’opportunità. Se affrontata con consapevolezza, permette di approfondire la relazione, conoscere meglio se stessi e l’altro, costruire una fiducia più solida.
Il punto — e lo ripeto spesso anche ai neo-papà — non è evitare ogni errore o disconnessione, ma saper tornare e riparare.
E questo è vero anche per chi ha vissuto esperienze precoci segnate da rotture non riparate: con il giusto supporto psicologico, è possibile riattivare quel circuito relazionale e ricostruire una fiducia che sembrava perduta.
Se il tema ti ha colpito e vuoi approfondirlo, ti segnalo un libro scritto dallo stesso Edward Tronick insieme a C.M.Gold :
📄 “Il potere della discordia. Perchè il conflitto rafforza le relazioni" Raffaello Cortina Editore, 2021. Clicca qui per il link ad uno dei diversi siti che lo vendono.
Se invece vuoi dare uno sguardo veloce sul celebre esperimento della Still Face di Edward Tronik, ti suggerisco di dare un'occhiata al mio precedente post sul tema.
Mi chiamo Alessio Innocenti, sono uno psicologo con studio a Lucca e offro anche percorsi online per chi vive altrove. Se hai domande su questi temi, o desideri esplorare in che modo la tua storia relazionale ha influenzato la tua crescita, sarò felice di parlarne con te.
📩 Scrivimi o contattami direttamente: ti risponderò volentieri.