L'OKness di E. Berne: alla scoperta della teoria dell'Analisi Transazionale
Il funzionamento della nostra mente è spiegato da diverse teorie psicologiche, ciascuna delle quali offre dei modelli che guardano a cosa succede nel nostro cervello (e nel nostro corpo, perché non dobbiamo dimenticare che “pensiamo” anche col corpo!) da diverse prospettive.
In questo vasto panorama teorico, l’Analisi Transazionale (AT) spicca per la sua capacità di offrire un quadro esaustivo e pratico per comprendere i processi mentali, le dinamiche relazionali e lo sviluppo personale. Tra i concetti fondamentali di questa teoria, vi è quello di “OKness” (essere Ok, andare bene) proposto da Eric Berne, il padre fondatore dell’AT. Questo concetto è centrale per comprendere la salute psicologica, il benessere emotivo delle persone e le dinamiche relazionali.
In questo articolo esploreremo proprio l’OKness di Berne, esaminandone le origini, la natura e le implicazioni nella vita quotidiana.
OKness: definizione e significato
Per comprendere appieno il concetto di OKness, è importante fare un breve excursus sulle radici dell’Analisi Transazionale. Eric Berne, psichiatra e psicoanalista canadese, sviluppò l’AT negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso come una teoria e una pratica psicoterapeutica basata sull’osservazione dei processi interattivi tra individui. Berne era particolarmente interessato a creare un linguaggio comprensibile e accessibile ai suoi pazienti per descrivere i complessi fenomeni psicologici.
Il concetto di OKness si riferisce allo stato di benessere e integrazione psicologica di un individuo. Berne descrive l’OKness come uno stato in cui una persona si sente in pace con sé stessa, con gli altri e con il mondo che la circonda. È uno stato di equilibrio emotivo, in cui la persona sperimenta una sensazione di accettazione di sé e degli altri, una chiara percezione della realtà e una capacità di esprimere i propri sentimenti e bisogni in modo adeguato.
Attenzione! vivere l’OKness non significa vivere in uno stato di paradisiaco nirvana, significa più semplicemente, vedere la realtà per quello che è, senza colorarla con le tinte fosche del nostro senso di inadeguatezza o di quello per gli altri.
Tornerà più comodo fare un esempio tratto dalla vita di tutti i giorni: provate a pensare ai litigi che avvengono alla guida di un’auto. Siamo in ritardo e un altro automobilista cerca di immettersi sulla nostra corsia. Non si crea una vera situazione di pericolo, tuttavia riconosciamo che costui compie una manovra “al limite”. Se noi siamo in una condizione di tranquillità, sentiamo di essere ok e sentiamo che anche il nostro sgusciante compagno di strada è ok, al massimo faremo un sorriso e tra noi diremo “però, deve aver fretta il tipo!”.
Se invece noi non ci percepiamo, o non percepiamo lui (o non percepiamo entrambi!) come ok, potremo reagire in modo più acceso, innervosendoci, suonando il clacson all’impazzata e magari mandando a quel paese l’incauto automobilista.
In questo secondo caso, il fatto di non sentirci ok (ecco, questo mi vuol fregare!!!), oppure di non sentire ok l’altro automobilista (maledetto, si crede più furbo?!?) ci fa reagire in modo molto più marcato e con una nota nel nostro umore negativa.
Componenti dell’OKness
L’OKness non è una condizione statica, ma può variare da momento a momento e coinvolge e influenza diverse componenti:
- Autostima: Una componente chiave dell’OKness è l’autostima, ossia il grado di apprezzamento e rispetto che una persona ha per sé stessa. L’autostima è fondata sull’accettazione di sé, sull’apprezzamento delle proprie qualità e capacità, e sulla capacità di affrontare le sfide e i fallimenti con resilienza.
- Relazioni interpersonali sane: Un individuo in stato di OKness è in grado di stabilire e mantenere relazioni interpersonali sane e soddisfacenti. Questo implica la capacità di comunicare in modo chiaro ed efficace, di stabilire confini sani e di gestire conflitti in modo costruttivo.
- Coerenza interna: L’OKness si manifesta anche attraverso una coerenza interna tra pensieri, sentimenti e comportamenti. Ciò significa che la persona è consapevole delle proprie emozioni e desideri, e agisce in modo congruente con essi senza contraddizioni o conflitti interni.
- Adattamento positivo: Un individuo in stato di OKness è in grado di adattarsi in modo flessibile e positivo alle sfide e ai cambiamenti della vita. Questo implica una capacità di tollerare l’incertezza, di affrontare il cambiamento con apertura e di imparare dagli errori e dalle esperienze negative.
Vivere in una condizione esistenziale di OKness ha importanti implicazioni nella vita quotidiana e nelle relazioni interpersonali. Oltre ad evitare furiose risse da strada con gli altri automobilisti (!!!) le persone che sperimentano un alto grado di OKness tendono ad avere una maggiore soddisfazione nella vita, relazioni più appaganti e una migliore salute mentale.
Conclusioni
Bene, abbiamo visto che l’Okness è alla base del benessere e di una vita soddisfacente. Ottimo a sapersi ma… come lo trovo l’Okness? Domanda più che legittima che ha una risposta tutt’altro che semplice.
Per molti motivi, che risiedono nelle nostre disposizioni temperamentali, nella nostra storia personale e nelle condizioni ambientali, molti di noi non possiedono una condizione esistenziale ottimale “io sono Ok, tu sei OK”. Per certuni, la condizione negativa è addirittura così radicata e pervasiva da influenzare negativamente l’intera esperienza di vita. Purtroppo, per la maggior parte di noi, non basta accendere una candela profumata e ascoltare musica new age per accedere a questa condizione ottimale. Serve invece un percorso di consapevolezza, di contatto con le proprie fragilità e di rielaborazione delle proprie ferite.
Questo percorso si chiama psicoterapia.
Di seguito una bibliografia minima sull’Analisi Transazionale e sul concetto di Okness:
Berne, E. (1971). Analisi transazionale e psicoterapia. Roma: Astrolabio
Berne, E. (2017). Ciao! …E poi? Milano: Bompiani
Moiso, C. , Novellino, M. (1982). Stati dell’ Io. Roma: Astrolabio
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